Silvio Greco
Biologo marino, Dirigente di Ricerca
Vice presidente Stazione Zoologica Anton Dohrn, rappresentante legale dell’Ente
Docente di produzioni animali, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
Docente di Ecologia Marina, Pontificia Università Antonianum Roma
Già membro della CNSA (Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide)
Membro del Consiglio Nazionale di WWF Italia
Grande Ufficiale all’Ordine del Merito della Repubblica
Ha effettuato campagne di ricerca in quasi tutti i mari del mondo, partecipando a 6 campagne di ricerca in Antartide.
Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali e autore di cinque libri "Guarda che mare" con Cinzia Scaffidi (2007) il “Pesce” illustrato da Sergio Staino (2015) editi da Slow Food Editore, “Un Onda di Plastica” con Raffaella Bullo, ed. Manifestolibri (2018) ,“La Plastica nel Piatto” Giunti Editore (2020). “Le parole della Transizione Ecologica” AA.VV. Ed. Ambiente (2021)
Segreteria del Presidente
Giovanna Di Gennaro
Tel. +39 081 5833215
E-mail: presidenza(at)szn.it
La fondazione
La fondazione della Stazione Zoologica è datata marzo 1872. Anton Dohrn, il fondatore e primo direttore, era nato a Stettino, in Pomerania, oggi parte della Polonia, nel 1840, da una famiglia della buona borghesia. Dohrn studiò zoologia e medicina in varie università tedesche, ma senza molto entusiasmo. I suoi ideali cambiarono nell'estate del 1862 quando giunse a Jena e vi incontrò Ernst Haeckel che lo introdusse alle opere e alle teorie di Charles Darwin. Dohrn divenne un fervente difensore della teoria di Darwin della "discendenza con modificazione", la teoria dell'evoluzione per selezione naturale. Decise allora di dedicare la sua vita alla raccolta di fatti e di idee a sostegno del darwinismo, e questo divenne il punto di inizio di una avventura durata tutta la vita. Durante la sua carriera universitaria trascorse periodi di ricerca sulla riva del mare: a Helgoland, ad Amburgo, a Millport in Scozia e a Messina. Qui prese corpo il progetto di coprire il globo con una rete di stazioni di ricerca biologica, analoghe alle stazioni ferroviarie, dove gli scienziati avrebbero potuto fermarsi, raccogliere il materiale, realizzare osservazioni ed esperimenti, prima di spostarsi alla stazione successiva.
La possibilità di utilizzare gli organismi marini per gli studi di sistematica, fisiologia e morfologia, oltre che per il loro eventuale interesse economico, aveva portato molti biologi ed istituzioni accademiche a cercare di stabilire delle strutture di ricerca sulle rive del mare. Il primo laboratorio marino in ordine di tempo fu fondato nel 1843 a Ostenda. In Francia il primo laboratorio sulle rive del mare fu fondato durante gli anni '50 a Concarneau, sulla costa meridionale della Bretagna. Un laboratorio francese fu fondato a Wimereux, a Roscoff nel 1873, e un altro laboratorio fu fondato nel 1881 a Banyuls-sur-mer sulle coste del Mediterraneo. Negli Stati Uniti le tappe furono sostanzialmente analoghe, a indicazione dell'esistenza di un bisogno diffuso per questo tipo di istituzioni. Nel 1873 Louis Agassiz fonda la Anderson School of Natural History, a Pekinese Island, nel 1878 la Johns Hopkins University fonda il Chesapeake Zoological Laboratory, nel 1888 viene fondato a Woods Hole il Marine Biological Laboratory e nel 1892 sulla costa ovest, la Hopkins Marine Station in California.
Tutti questi istituti marini erano comunque strutture "sul campo" collegate a istituti di ricerca o università, non strutture indipendenti capaci di ospitare differenti ricercatori e una varietà di progetti. Inoltre, le istituzioni marine americane e francesi avevano principalmente finalità didattiche, anche se nel periodo estivo ospitavano attività di ricerca, mentre la Stazione Zoologica di Napoli, come i laboratori di Trieste e Sebastopoli, erano destinate esclusivamente alla ricerca e all'insegnamento avanzato.
Confrontandosi con molte difficoltà, Dohrn cominciò a fantasticare sulla possibilità per i biologi marini di arrivare al mare e trovare un tavolo di lavoro già pronto, con un laboratorio, servizi, prodotti chimici, riviste e libri e le informazioni di dove e quando certe specie potevano essere trovate, insieme ad informazioni utili sulle condizioni locali del mare, dei fondali, delle coste. Dohrn, dopo aver tentato di realizzare il suo progetto a Messina, decise che Napoli sarebbe stato il posto ideale per la sua Stazione. La scelta di questa città era dovuta alla grande ricchezza biologica del mar Mediterraneo ed anche alla possibilità di sviluppare un istituto di ricerca di grande importanza internazionale in una città essa stessa a vocazione internazionale e di grandi dimensioni. Dopo una visita all'acquario di Berlino, che era stato appena aperto, egli aveva pensato che un acquario pubblico avrebbe potuto guadagnare abbastanza da pagare un assistente permanente per i laboratori. Napoli, con i suoi 500.000 abitanti era una delle città europee più grandi e più attrattive, con un notevole afflusso di turisti (30.000 per anno), potenziali visitatori dell'acquario.
Mettendo insieme immaginazione, forza di volontà, abilità diplomatica ed una buona dose di fortuna, grazie al sostegno amichevole di scienziati, artisti e musicisti, Anton Dohrn superò dubbi, ignoranza ed incomprensioni e riuscì a persuadere le autorità comunali di cedergli, a titolo gratuito, un pezzo di terreno sulla riva del mare, nella bella Villa Comunale, allora Parco Reale. Da parte sua promise di costruire la Stazione Zoologica a sue spese. Dohrn sapeva esattamente cosa voleva e come, e preparò lui stesso i progetti per la costruzione. Le fondazioni furono poste nel marzo 1872 e nel settembre 1873 l'edificio era terminato. Dopo il primo edificio, attualmente la parte centrale, un secondo edificio, collegato al primo da un ponte, fu aggiunto nel 1885-1888, mentre il cortile e la parte occidentale vennero costruiti nel 1905. Solo cinquanta anni dopo, la biblioteca sarà inserita tra il primo e il secondo edificio.
L'acquario pubblico, che copre una superficie di 527 mq, fu aperto il 26 gennaio 1874 e rimane ancora oggi unico, in quanto è cambiato molto poco dopo la sua creazione, è il più antico acquario del XIX secolo ancora in attività ed il solo esclusivamente dedicato alla fauna e flora del Mediterraneo. Esso fu costruito sotto la supervisione di William Alford Lloyd, un ingegnere inglese che aveva contribuito al progetto degli acquari pubblici di Amburgo e di Londra.
L'inaugurazione ufficiale della Stazione Zoologica ebbe luogo il 14 aprile 1875 e nel dicembre dello stesso anno fu firmato il contratto fra Anton Dohrn e la Città di Napoli, rappresentata dal sindaco, il senatore Antonio Winspeare.
Una delle caratteristiche che era alla base del successo della istituzione era la notevole agilità e flessibilità della sua struttura. Si trattava di una istituzione internazionale per natura, fondata da un tedesco, gestita come un'impresa familiare e organizzata secondo il modello accademico tedesco, ma localizzata in Italia, con una grande apertura ai contributi finanziari e scientifici di ogni paese e istituzione.
L'idea di una struttura agile, flessibile, piccola ma piena di coraggio e di spirito di iniziativa, costituisce lo "spirito" costante della Stazione, dalle sue origini ad oggi.
Allo scopo di promuovere la natura internazionale della Stazione e per garantire la sua indipendenza economica, e quindi politica, e la libertà della ricerca, Dohrn introdusse una serie di misure innovative per finanziare il suo progetto, in primo luogo l'affitto di spazi di lavoro e di ricerca ("tavoli di ricerca"): per un montante annuale il partner contrattuale (università, governi, istituzioni scientifiche, fondazioni private, anche persone singole) potevano finanziare il soggiorno a Napoli per un anno di uno scienziato, che vi avrebbe trovato tutto quello di cui avrebbe avuto bisogno per realizzare il suo progetto di ricerca (spazio in un laboratorio, animali, una biblioteca eccezionale e l'aiuto esperto di una struttura tecnica), "senza condizioni", nel senso che i ricercatori erano completamente liberi di perseguire i propri progetti e le proprie idee.
Dohrn iniziò anche, come ulteriore fonte di entrate, a inviare campioni e preparati biologici. Grazie alla forza di invenzione e alla abilità di un altro napoletano, Salvatore Lo Bianco, che era entrato al servizio della Stazione all'età di 14 anni. I metodi di conservazione degli organismi marini furono migliorati a tal punto che la Stazione Zoologica divenne rapidamente celebre per la bellezza e la perfezione tecnica delle sue collezioni di animali marini conservati. Campioni e collezioni furono venduti a musei, università, scuole e privati. Lo Bianco divenne anche un sistematico di valore e molti ospiti della Stazione hanno riconosciuto nelle loro pubblicazioni il suo importante contributo alla ricerca.
Convinto che la disponibilità di tutte le principali fonti stampate fosse una necessità per la ricerca di punta, Anton Dohrn donò la sua importante biblioteca alla Stazione Zoologica e richiese donazioni agli editori scientifici, accademie e agli scienziati, come Darwin, Huxley, Virchow. Complessivamente, le collezioni bibliografiche della Stazione divennero rapidamente uno strumento senza pari per la ricerca bibliografica ed in effetti molti scienziati si sono talvolta recati a Napoli nell'esclusivo scopo di avere accesso alla biblioteca, ancora oggi senza pari in Europa.
La Stazione offriva ai suoi ospiti anche i migliori strumenti scientifici disponibili, acquisiti tramite donazioni o a prezzi particolarmente di favore.
Così, gli ultimi modelli di microscopi della Zeiss erano sistematicamente testati e resi disponibili a Napoli e Ernst Abbe, matematico, fisico e partner della Zeiss, uno degli amici più stretti di Dohrn, permise l'acquisto di microscopi ed altri apparati ottici con una sostanziale riduzione. In cambio, i ricercatori della Stazione suggerivano i modi per migliorare gli strumenti e rendevano nota la Zeiss alla comunità scientifica internazionale. Microtomi, metodi di sezionamento e di colorazione erano egualmente testati e migliorati dagli assistenti e dagli ospiti della Stazione, mantenendo in questo modo l'elevato livello tecnico dei metodi e degli strumenti messi a disposizione dei ricercatori.
Direttore
Primo Ricercatore
Brunet Christophe
Costantini Maria
Romano Giovanna
Zupo Valerio
Ricercatore
Balzano Sergio
Carrella Sabrina
Della Sala Gerardo
Di Dato Valeria
Galasso Christian (SZN Amendolara)
Lauritano Chiara
Orefice Ida
Rastelli Eugenio (SZN Fano)
Rizzo Carmen (SZN Sicilia)
Ruocco Nadia (SZN Amendolara)
Sansone Clementina
Primo Tecnologo
Tecnologo
Barra Lucia (SZN Amendolara)
Coppola Daniela
Sardo Angela
Tedesco Pietro
Collaboratore TER
Palumbo Flora, Supporto Amministrativo
Smerilli Arianna
Operatore Tecnico
Assegni di Ricerca
Buschi Emanuela (FMC Fano)
Del Mondo Angelo
Di Costanzo Federica
Palma Esposito Fortunato
Vitale Laura
Vitale Giovanni Andrea
Borse di Ricerca
Arigò Caterina (SZN Sicilia)
Luci Marika (SZN Amendolara)
Mangiabosco Chiara
Melchiorre Chiara
PhD Student
Blasio Martina
Buonocore Carmine
Cavalletti Elena
Cassella Vincenza
Coppola Alessandro
De Falco Gabriele
Esposito Roberta
Glaviano Francesca
Montuori Eleonora
Pistelli Luigi
Ragozzino Costanza
Santaniello Giovanna
Scibelli Sebastiano
Simonetti Silvia
Somma Emanuele
Storari Annalisa
Terzo Stella Maria Concetta
Tinto Eleonora
Viel Thomas
Vingiani Giorgio
Mission
La missione della Stazione Zoologica è la ricerca sui processi fondamentali della biologia, con specifico riferimento agli organismi marini e alla loro biodiversità, in stretto legame con lo studio della loro evoluzione e della dinamica degli ecosistemi marini, attraverso un approccio integrato e interdisciplinare. Lo studio delle applicazioni biotecnologiche conseguenti è parte della missione dell’Ente.
Le ricerche nel campo della biologia marina, oltre a consentire avanzamenti delle conoscenze di base, hanno spesso una valenza biomedica. Ne costituiscono esempi illuminanti i premi Nobel per la Fisiologia e Medicina ottenuti da eminenti studiosi per studi condotti su organismi marini. La recente acquisizione di genomi di numerosi organismi marini e la crescente facilità di ottenerne di nuovi, la possibilità di utilizzare nuove metodologie della cosiddetta genetica inversa e della microscopia avanzata, aprono nuovi fronti di investigazione nel settore della Biologia. Inoltre, l’esplorazione della biodiversità presente nei mari viene sempre più ritenuta un settore da cui deriveranno avanzamenti fondamentali relativi alla conoscenza di meccanismi biologici di base, di nuove sostanze bioattive e dei meccanismi che intervengono negli equilibri climatici globali.
Nel panorama degli Enti di ricerca nazionali e internazionali l’originalità dell’Ente deriva da alcune caratteristiche chiave:
- La co-esistenza di ricerca biologica ed ecologica, elementi essenziali per una comprensione degli equilibri complessivi dell’ambiente marino e dei meccanismi di base che lo governano.
- La capacità di avvalersi di un approccio multidisciplinare che include la genetica, la biologia cellulare e dello sviluppo, la fisiologia, l’ecologia e l’oceanografia.
- La capacità di esplorare e sviluppare metodologie e protocolli sperimentali che rappresentano riferimento per importanti ricerche trasferite in altri sistemi e/o organismi.
- Le competenze su un ampio spettro di organismi, che permettono ai ricercatori dell’Ente di affrontare problemi ecologici valutando l’apporto della componente biologica nella sua complessità.
Oltre alle specifiche attività di ricerca, la missione della Stazione Zoologica - coerentemente con la sua tradizione - è tutt’oggi quella di:
- offrire accesso all’utilizzo di organismi marini per la comunità scientifica internazionale;
- fornire consulenza qualificata ad enti pubblici;
- offrire formazione ad alto livello.
In particolare, la capacità di sviluppare attività di ricerca e contemporaneamente di fornire servizi scientifici specializzati ad alto impatto tecnologico e con approccio multidisciplinare rappresenta il principale punto di forza della Stazione Zoologica Anton Dohrn; caratteristica che la rende unica rispetto alle strutture di ricerca nazionali.
Vision
Following the current prescriptions given by the EU Mission Board on Healthy Oceans, Seas, Coastal and Inland Waters, the Mission Starfish 2030 (Restore our Ocean and Waters by 2030) has been proposed. This aims to know, restore and protect our ocean and waters by 2030, by reducing human pressures on marine and freshwater environments, restoring degraded ecosystems and sustainably harnessing the essential goods and services they provide (https://ec.europa.eu/info/publications/mission-starfish-2030-restore-our-ocean-and-waters_en). Inspired by the shape of the starfish, five overarching objectives for 2030 have been identified:
a. Filling the knowledge and emotional gap,
b. Regenerating marine and freshwater ecosystems,
c. Zero pollution,
d. Decarbonizing our ocean, and waters
e. Revamping governance.
These five objectives are mutually supportive and taken together, Mission Starfish 2030 will aim to enable the restoration of the water cycle as a whole. For each of the five objectives, a set of ambitious, realistic and measurable targets have been defined. They specifically address the actors, activities, tools and systems that need to be called upon to reach each objective. These are considered the indispensable components of a holistic approach to systemic change. Conservation efforts should be incorporated within an Ecosystem Based Management framework and should address the entire ocean and water system with a holistic approach, if they are to succeed. The future we must collectively create will be defined by how we perceive ourselves to be in relation to the natural capital of our oceans and waters, guiding the choices we now make.
The 2030 Agenda for Sustainable Development, adopted by the United Nations in 2015, identified 17 Sustainable Development Goals and 169 targets. Goal #14 “Life below water” aims to “Conserve and sustainably use the oceans, seas and marine resources for sustainable development”. The SZN research priorities strongly align to this goal, including other Goals, such as #13 (Climate Action - “Take urgent action to combat climate change and its impacts”).
The Stazione Zoologica achieved rapid growth in terms of personnel over the last 5 years. This trend should continue to be consolidated for the next decade, thus increasing the leading role at national and international level as reference for its expertise in the field of marine science and particularly of marine biology and ecology.
We believe that marine biodiversity is the greatest source of knowledge yet unexplored of the Planet and that further study is required to provide a major contribution to the advancement of human knowledge and acquiring new tools for sustainability.
The development of new technologies and expansion of current approaches allow us to study biodiversity at all levels of organization. The scientific outcomes and continue increase in SZN research capacity will allow to stimulate the growing capacity of turning research into data, and data into knowledge.
The SZN wants to seize this opportunity, challenging the inter-disciplinarity ‘priority’ by enhancing its expertise and further expanding the leading role in a global collaborative network. For the next decade we identify the following Research strategic areas.
SZN Vision for the years 2021-2030
SZN Research Strategic areas for the 2021-2030 decade:
a) Characterization of molecules, structures, physiology, adaptation, threats, resilience of marine organisms and assemblages to explore their capacity to adapt to extreme environments and conditions.
b) Genomics of marine organisms applying an eco-evo-devo integrated approach.
c) Exploration of the mechanisms of macro and micro-evolution from genomes to epigenetics epigenomes, from species to communities integrating different approaches.
d) Exploring and analysis of patterns and processes of marine biodiversity, adopting novel integrated, and holistic approaches.
e) Understanding impact of Global Change through marine observatories for answering to strategic needs.
f) Improve the conservation of marine biodiversity through an ecosystem-based management approach.
g) Exploiting marine organisms’ potential for industry, food and medicine for developing eco-sustainable marine biotechnologies.
h) Supporting the eco-sustainable development of renewable energy resources from the sea.