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Strumentazioni
Le attività di ricerca condotte dalla SZN richiedono l’utilizzo di risorse strumentali tecnologicamente avanzate per l’ottenimento e l’elaborazione dei dati e di specifiche infrastrutture per il mantenimento degli organismi utilizzati ai fini sperimentali e/o ad altri fini scientifici.
La costante innovazione tecnologica e metodologica rende necessario, per garantire una adeguata competitività anche su scala internazionale, l’aggiornamento e lo sviluppo delle infrastrutture dell’Ente.
Data la significatività degli investimenti richiesti, superiori alle capacità delle singole Aree e, vista la sinergia tra le attività di ricerca condotte dai diversi laboratori dell’Ente, le principali strumentazioni di ricerca sono state centralizzate per ottimizzare l’uso delle risorse economiche ed umane disponibili.
Le strumentazioni della SZN hanno spesso caratteristiche uniche nel contesto scientifico di riferimento e sono accessibili non solo ai ricercatori dell’Ente ma all’intera comunità scientifica internazionale, attraverso collaborazioni e scambi scientifici o attraverso il modello di infrastruttura e di accesso operato ormai in maniera consolidata nell’ambito, ad esempio, del progetto ASSEMBLE che ha svolto un ruolo preparatorio al progetto EMBRC in corso di realizzazione.
Qui di seguito sono elencate alcune strumentazioni di particolare rilevanza:
- Fluorimetro a fluorescenza modulata per misure ecofisiologiche del fitoplancton marino;
- Citometro a flusso e Coulter Counter;
- Sistema a tre laser per l'acquisizione e la quantizzazione ad alta risoluzione di immagini da segnali radioattivi e fluorescenti (Typhoon TRIO);
- Sequenziatore automatico ad elettroforesi capillare, 3730 DNA Analyzer ‐ Applied Biosystem, per analisi di sequenze di DNA, microsatelliti, SNPs;
- Sistema per la Real Time PCR (384);
- Videocamere ad alta sensibilità, Pentamax cooled CCD ‐ Princeton Instruments, con analizzatore di immagini per analisi di flusso di molecole all'interno di una cellula;
- Scanner GenePix ad alta efficienza per determinazioni quantitative dei livelli di fluorescenza in preparati biologici (ISH) e microarray;
- Ultracentrifughe, preparativa e analitica;
- Quattro set‐up per esperimenti di biofisica e intra‐cellulare e micro‐manipolazione ultrafine; tre set‐up per studi di fisiologia delle cellule (extracellulare);
- Video camera OEPhotron‚ ad alta velocità per analisi di movimento di organismi di piccole dimensioni (anche microscopici);
- Profiler II della Satlantic Inc per acquisizione del profilo di luce multispettrale in acqua di mare;
- Sistema Biolistico per Diatomee transgeniche;
- Due microscopi elettronici, uno a trasmissione ed uno a scansione di altissime prestazioni;
- Un microscopio confocale e un microscopio a fluorescenza di ultima generazione e di elevata tecnologia incluse videocamere;
- Sistema per l’analisi qualitativa/quantitativa di acidi nucleici mediante microfluidica su chip: Bioanalyzer 2100 della Agilent;
- Sistema completo "lab scale" per il sequenziamento massivo parallelo di nuova generazione di acidi nucleici "ION proton" (Life Technologies);
- Citofluorimetro a flusso multisorter high‐throughput con modulo di sorting equipaggiato con quattro linee laser e tre fotomoltiplicatori;
- Fotobioreattori per la crescita di grandi biomasse algali forniti di sistema di filtrazione per acqua di mare, un impianto di illuminazione, un quadro di comando di alimentazione/regolazione della luce, un dispositivo di insufflazione di aria e/o CO2 e valvola di scarico;
- Termosalinografo;
- Microscopio invertito;
- TurboGen M2M;
- Piattaforma robotica ad alta produttività per la gestione di campioni per esperimenti di Biologia Molecolare (Tecan);
- Microscopio elettronico a scansione ambientale ad alta definizione.
EMBRC
The European Marine Biological Resource Centre
In Breve: the European Marine Biological Resource Centre (EMBRC) è una infrastruttura di ricerca distribuita che fornisce servizi di supporto alla ricerca sulle risorse biologiche marine. Gli utenti finali sono ricercatori e tecnologi dal mondo accademico, dalle Università come anche dal settore privato.
La "European Marine Biological Resource Centre" (EMBRC) è una infrastruttura di ricerca distribuita (IR) composta da stazioni di biologia marina e istituti di ricerca presenti nella "European Research Area" (ERA). I ricercatori coinvolti in EMBRC sviluppano e applicano approcci interdisciplinari e di sviluppo tecnologico alla biologia ed ecologia marina. La IR è dotata di piattaforme di ricerca e strumentazioni avanzate e si organizza in servizi scientifici. Gli utenti esterni dal mondo accademico e dell’industria privata possono accedere a questo stimolante ecosistema scientifico per sviluppare progetti, di ricerca applicata e di base, sulle risorse biologiche marine. In particolare EMBRC ha lo scopo di sviluppare le biotecnologie blu.
La natura distribuita di EMBRC consente all’Infrastruttura di accedere all’intera biodiversità marina presente sulle coste Europee, molto di più di quello che ogni singola stazione da sola potrebbe offrire. Essendo ogni stazione specializzata in un particolare gruppo di modelli marini, EMBRC nel suo complesso è in grado di offrire accesso a una grandissima varietà di modelli per applicazioni scientifiche e tecnologiche innovative.
EMBRC offre ad i suoi utenti accesso non solo alla sua complessa rete di ricerca ma anche al suo ricco patrimonio di conoscenza e expertises facilitando enormemente la ricerca anche per gli utenti esterni. L’integrazione di risorse, su una così vasta scala geografica, e di conoscenza, su una scala temporale così vasta, supportano l’efficienza del piano di formazione, del trasferimento tecnologico, delle collaborazioni internazionali e del posizionamento a livello EU sulle scienze del mare di EMBRC.
Gli sviluppi in questo campo favoriranno la crescita blu, lo sviluppo economico ed il miglioramento della qualità di vita dei cittadini in tutta la ERA. In conclusione, la IR ha un enorme potenziale nello sviluppare la ricerca, la formazione e l’innovazione in biologia marina e contribuisce alla creazione di una rete di eccellenza necessaria per raggiungere gli obiettivi stabiliti nella "Europe 2020 Strategy" e "2010 ESFRI Roadmap".
EMBRC costituisce una delle tredici infrastrutture di ricerca nel quadro delle scienze biologiche e biomediche (BMS) e si propone come ponte con le infrastrutture centrate sull’ambiente.
EMBRC ha ottenuto tre anni di finanziamenti dalla Commissione Europea per la sua fase preparatoria. Al termine della fase preparatoria, nel gennaio 2014, un Business Plan ed un Memorandum of Understanding sono stati sviluppati per invitare gli stati membri ad esprimere la volontà di sviluppare l’infrastruttura a livello EU come un ERIC (European Research Infrastructure Consortium). I paesi firmatari, Francia, Norvegia, Regno Unito, Belgio, Spagna, Portogallo, Italia, Grecia e Israele, hanno definito un EMBRC Implementation Board con lo scopo di organizzare EMBRC e preparare quanto necessario per presentare la domanda per lo status di ERIC. Il Board ha nominato un Direttore Generale che ha cominciato ad operare per EMBRC. La Francia è stata individuata come paese ospitante la sede dell’ERIC e quindi gli uffici centrali di EMBRC sono presso l’Università UPMC a Parigi. Ogni paese membro di EMBRC ha definito un nodo nazionale con un Direttore e un liaison officer per garantire un ottimale coordinamento con l’ufficio centrale.
La SZN coordina il nodo italiano denominato EMBRC-IT.
Ufficio Centrale: UPMC, Parigi, Francia
Executive Director: Nicolas Pade
Web: www.EMBRC.eu
Head Quarter secretariat: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
EMSO
EMSO è una infrastruttura europea distribuita con l'obiettivo di monitorare i fenomeni ambientali rilevanti per la comprensione delle complesse interazioni tra la geosfera, l'idrosfera e la biosfera con particolare riferimento agli ambienti profondi.
La SZN è partner della Joint Research Unit (JRU EMSO-IT), che con la condivisione di competenze, banche dati e risorse con altri partner promuove la formazione e la ricerca congiunta ed il trasferimento tecnologico in questo settore delle scienze marine.
Il decennio 2015-2025 sarà di fondamentale importanza per sviluppare gli osservatori marini di nuova generazione ed in particolare per operare con nuove tecnologie nel Mar Tirreno (unico mare interamente italiano) e nel Golfo di Napoli.
MEDAS
L'enorme quantità di informazioni disponibili rende sempre più necessario il reclutamento di ricercatori in grado di trasformare queste informazioni in conoscenza. Un recente trend internazionale vede anche la creazione di centri di analisi e di sintesi dei dati ecologici. In questa prospettiva la SZN ha stipulato nel 2014, in collaborazione con l'Università di Stanford, una convenzione per la creazione del Centro Marine Ecological Data Analysis and Synthesis (MEDAS).
L’obiettivo di questo centro è quello di analizzare le informazioni esistenti, dando risposte alle grandi domande ed esigenze anche economiche nell’ambito della Blue Growth. La SZN intende, con questo centro, promuovere la formazione di gruppi di lavoro, scuole estive, attività di ricerca, visiting scientists e dottorati di ricerca. MEDAS si focalizzerà sui sistemi marini, sulla gestione ecosistemica e la definizione di nuove politiche di ricerca e gestione delle risorse marine.
La SZN intende migliorare la propria esperienza nel settore della metanalisi dei dati ecologici e nella conoscenza e trasferimento tecnologico, fornendo così anche nuove opportunità di sviluppo al territorio regionale e a livello nazionale.
Lifewatch
LifeWatch è una e-infrastruttura paneuropea distribuita per lo studio della biodiversità e degli ecosistemi. Il suo obiettivo è di fornire ai ricercatori strumenti informatici e data base utili alla comprensione ed alla gestione degli ecosistemi. La SZN è partner italiano, opera nel Centro Servizi della RI, che collega tecnologie state-of-the-art ICT con le esigenze della biodiversità e della ricerca ecosistemica e contribuisce alla JRU italiana di LifeWatch.
La SZN co-coordina il Centro Tematico Biomolecolare (BTC) all'interno del Centro Servizi fornendo accesso agli strumenti per l'analisi genomiche, metagenomiche, filogenetiche e DNA-barcoding, nonché ai database esistenti. La comunità di ricerca associata alla SZN beneficerà dell’infrastruttura attraverso l'uso di strumenti e servizi on-line del Centro di servizio e tramite la partecipazione dei centri tematici e gruppi di utenti.
Contatti - Servizi di ricerca
Grant and Innovation Office
Tel. +39 081 5833367
e-mail: gio(at)szn.it
Aquarium
Prenota una visita sul sito fondazionedohrn.it
Il primo acquario pubblico in Italia
Entrare nello storico acquario pubblico di Napoli, il più antico ancora funzionante, ideato per mostrare gli ecosistemi e la biodiversità del Golfo di Napoli e più in generale del Mediterraneo e la loro possibile evoluzione in relazione ai cambiamenti, significa varcare la soglia del tempo ed immergersi nel sogno del suo fondatore, lo zoologo Anton Dohrn, di fornire e diffondere la conoscenza del mondo sottomarino.
L’Aquarium, infatti, fu inaugurato nel 1874 dopo solo due anni dalla fondazione della stessa Stazione Zoologica, “il grande albergo degli scienziati”, come la definì Benedetto Croce, avvenuta nel marzo 1872, per assolvere alla triplice funzione di osservazione diretta del mare, intrattenimento divulgativo e finanziamento della ricerca.
Flora e fauna del Golfo di Napoli
Studiosi, scienziati e ricercatori di tutto il mondo giungevano a Napoli per analizzare e studiare gli animali dal vivo e nel loro ambiente naturale. Bastavano pochi passi per lasciare il proprio tavolo di studio in fitto, dotato di una ricchissima strumentazione, per ritrovarsi faccia a faccia con la materia della propria indagine, vivente o “fissata” dalle sapienti mani dei conservatori della Stazione Zoologica, primo tra tutti Salvatore Lo Bianco.
Collocato al piano terra l’Aquarium era collegato, e lo è tutt’oggi, direttamente al mare da un canale sotterraneo. L’opera ingegneristica fu affidata all’inglese William Alford lloyd, che aveva già elaborato gli acquari di Londra ed Amburgo. Le sale espositive ricevevano luce naturale dalle finestre laterali e dai lucernai e la semioscurità così generata rendeva la visita ancor più immersiva.
Oggi l’impianto architettonico è rimasto invariato. I lavori di restauro e di necessario ammodernamento hanno consentito il mantenimento delle antiche vasche espositive dedicate agli ambienti del Golfo di Napoli e alle peculiarità della sua vita marina, dotandole dei più moderni e sofisticati sistemi tecnologici per assicurare il benessere degli organismi che lo popolano. Allo stesso tempo mostra una grande novità, rappresentata dalle grandi vasche centrali ospitanti la scogliera corallina tropicale, la visione di un possibile cambiamento del Mediterraneo indotto dai mutamenti ambientali.
Alla scoperta dell’Aquarium
Il viaggio all’interno dell’Aquarium condurrà quindi il visitatore alla scoperta del mare, dalla costa al mare aperto, tra grotte e anfratti, percorrendo praterie di posidonie, passando dal coralligeno agli abissi, dall’ambiente pelagico, abitato anche da specie aliene, dagli scogli mediterranei alle formazioni tropicali. Di particolare interesse sarà il murenario, che rappresenta le strutture di allevamento delle murene (murenari) ideati dagli antichi romani e ben conservati nell’area archeologica sommersa di Gaiola a Capo Posillipo. Un’altra novità è costituita dalla vasca del polpo, organismo antico straordinario che ha un ciclo vitale di circa due anni e una intelligenza simile a quella dei mammiferi.
La conoscenza della ricchezza del mare e della biodiversità in esso contenuta, nonché di tutte le sue meraviglie, deve condurre ciascuno di noi alla consapevolezza della sua importanza per la nostra stessa sopravvivenza. Per proteggerlo e gestirlo in modo ecosostenibile dobbiamo conoscerlo e ancora oggi la nostra conoscenza non è completa.
Il sogno di Dohrn non è mai cessato, il clima scientifico e culturale della sua Stazione Zoologica, attualmente Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie marine, considerato in una classifica internazionale tra i migliori 20 Istituti di Ricerca scientifici al mondo, è giunto sino a noi e ci consente di guardare ad occhi aperti la vita e i misteri del mondo sommerso.
Turtle Point
Prenota una visita sul sito fondazionedohrn.it
Il Turtle Point, sorge all’interno del ex-macello comunale di Portici. La struttura, concessa in comodato ventennale dal Comune di Portici, si sviluppa su oltre 600
m2 coperti e 7000 m2 scoperti e costituisce un esempio eccezionale di riqualificazione urbana.
Il Turtle Point è dotato di laboratori avanzati per le analisi ambientali e biologiche, di un ambulatorio con sale chirurgica e radiologica, di una ricca esposizione didattica, di due sale multimediali oltre, ovviamente, agli spazi dedicati alla cura e riabilitazione delle tartarughe marine ferite a causa dell’interazione con le attività antropiche.
I visitatori sono accolti nella sala degli acquari tematici dedicati ai descrittori di qualità ambientale degli ecosistemi marini definiti dalla Strategia Marina della Comunità Europea. Modelli in dimensioni reali dei grandi vertebrati marini del Mediterraneo li accompagnano alla scoperta di questi affascinanti animali e delle problematiche legate alla loro conservazione. Incontrano quindi le tartarughe marine, osservandole nelle loro vasche di riabilitazione. Gli ampi spazi multimediali rappresentano, infine, l’occasione per approfondire le tematiche trattate e le ricerche condotte seguendo, ad esempio, le migrazioni delle tartarughe marine rilasciate dopo la riabilitazione.
Il Turtle Point è un luogo unico in cui ricerca, conservazione e didattica convivono e crescono per raggiungere l’obiettivo comune della conservazione degli ecosistemi marini del Mediterraneo.
Personale afferente
Andrea Affuso, Responsabile
Segnala ritrovamento
Fin dal 1983, presso l'Acquario della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli vengono ricoverati esemplari di Caretta caretta, la specie di tartaruga marina più comune nelle acque italiane, classificata come "endagered" nella lista rossa delle specie a rischio d'estinzione dall'IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) e inclusa dalla Comunità Europea nell'Annex II della direttiva habitat come specie prioritaria, la cui conservazione nel Mediterraneo richiede speciali misure di protezione.
Nella maggior parte dei casi, le tartarughe ricoverate sono gravemente ferite a causa dell'impatto con strumenti di pesca o imbarcazioni, oppure debilitate e denutrite a causa di fattori ambientali sfavorevoli. Si rendono quindi necessari interventi specifici di cura e riabilitazione prima di poterle rimettere in natura in aree idonee alla loro sopravvivenza.
Se vedi un esemplare in difficoltà contattaci e provvederemo alle cure necessarie.
Contatti
Turtle Point
Stazione Zoologica Anton Dohrn
Per emergenze: 334 6424670
Tel. +39 081 5833602
e-mail: andrea.affuso(at)szn.it