Una delle sfide principali degli organismi marini che abitano nelle gelide acque antartiche è quella di restare in vita senza congelare. Un team di ricerca interamente italiano guidato dalla Prof.ssa Cinzia Corinaldesi dell’Università Politecnica delle Marche, insieme ai colleghi della Stazione Zoologica (in primis, la dottoressa Emanuela Buschi, primo autore del lavoro, e i ricercatori Micheal Tangherlini e Sergio Stefanni), delle Università di Bologna, Ferrara e del Salento, rivela, per la prima volta, che tre specie endemiche di vermi policheti marini riescono a resistere al freddo estremo grazie alla produzione di proteine antigelo da parte di batteri simbionti che vivono al loro interno. I ricercatori hanno scoperto particolari specie di batteri che sono ospitate, in grande abbondanza, nei tessuti di alcuni policheti antartici. Questi batteri producono delle proteine antigelo, ovvero proteine speciali che abbassano il punto di congelamento dei liquidi interni e li rendono più fluidi, rendendo la circolazione del “sangue” più efficiente e una migliore ossigenazione dell’animale, consentendone l’adattamento alle basse temperature.
Lo studio è stato pubblicato su Science Advances con il titolo “Resistance to freezing conditions of endemic Antarctic polychaetes is enhanced by cryoprotective proteins produced by their microbiome”.
1. Antarctic worms. Credits by Michael Tangherlini (SZN)
2. Sampling activity in Antarctica. Credits by Marco Lo Martire (UNIVPM)
3. Antarctic landscape (Ross Sea). Credits by Marco Lo Martire (UNIVPM)