La Caretta caretta è la specie di tartaruga marina più abbondante nel Mediterraneo Occidentale.
Questo carismatico animale attrae da sempre l’interesse degli scienziati; ciononostante possediamo una conoscenza solo parziale della sua distribuzione in mare e delle modalità di utilizzo dell’habitat. I primi studi di telemetria suggeriscono che le tartarughe marine permangono a lungo in aree specifiche della regione ma i limiti dell’attuale tecnologia basata sul trasferimento via satellite dei dati non permettono un’analisi spaziale di dettaglio sull’utilizzo dell’habitat e l’home range. L’elevato rumore di fondo elettromagnetico presente nella regione disturba infatti la comunicazione tra lo strumento posto sulla tartaruga e il satellite, generando numerosi messaggi di errore e posizioni dell’animale non accurate. Questo tipo di informazione è essenziale per l’elaborazione di efficaci strategie di mitigazione del conflitto con le attività antropiche che impattano sugli ecosistemi marini.
Per superare tali limiti abbiamo avviato uno studio pilota atto a valutare la possibilità di studiare i movimenti a scala fine delle tartarughe marine nelle aree costiere del Mediterraneo utilizzando la rete di telefonia mobile (GSM) per il trasferimento dei dati sulla posizione GPS della tartaruga, sul profilo di temperatura dell’acqua e la profondità d’immersione dell’animale, attraverso semplici messaggi di testo (SMS). Abbiamo rilasciato 4 tartarughe equipaggiate con i nuovi tag GSM ottenendo risultati più che incoraggianti. Gli strumenti hanno fornito un numero sufficiente di connessioni alla rete di telefonia mobile e fino a 26 posizioni/giorno con accuratezza GPS da ogni singola tartaruga. Un numero inimmaginabile per questa regione considerando la tecnologia satellitare.
Oggi siamo impegnati nell’incrementare il numero di tartarughe monitorate con la nuova tecnologia al fine di ottenere dati di distribuzione e comportamentali sufficienti alla elaborazione della prima mappa dettagliata sull’utilizzo delle aree costiere del Mediterraneo occidentale. Inoltre grazie alla stretta collaborazione con le ditte produttrici, possiamo aggiornare e modificare gli strumenti per renderli sempre più coerenti con le nostre esigenze di ricerca e migliorare la qualità del nostro contributo alla conservazione di questi animali minacciati.
Le rotte migratorie delle tartarughe marine ricostruite dalle posizioni GPS. N. 7: tartaruga Annasara, liberata il 4 giugno nella Area Marina Protetta di Punta Campanella; N. 6: tartarugha Gonzala, liberata il 6 giungo a Battipaglia; N. 8 tartaruga Dolores Prima, che ha fatto un nido ad Acciaroli il 14 giugno.